martedì 22 novembre 2011

Un vero emotion guru

Sapere di star per incontrare colui che ha cambiato il mondo dell'animazione per una che, come me, è cresciuta a pane e Walt Disney e che è un'appassionata del genere, è un'emozione quasi intraducibile a parole.
Qualche spintone di troppo, ma ne è valsa la pena, perché il teatro "dal verme" di Milano ieri sera aveva un aspetto e una carica diversa, meno istituzionale e molto dinamica e creativa.
Dopo i saluti di rito eccolo: John Lasseter (per chi non lo sapesse uno dei fondatori di Pixar), in abito nero con camicia hawaiana, il tipico uomo sorridente americano, che esordisce con un "ciao Italia!" Che spettacolo, un applauso che dura un minuto intero e subito dopo un grido dal pubblico "I LOVE YOU!"
Sì perché come puoi non amare un uomo che regala sogni, risate ed emozioni ai piccoli ma anche ai grandi, facendoli diventare un unico pubblico, un unico target per dirla in maniera tecnica, capace di fruire dello stesso prodotto a livelli diversi, di comunicare dei messaggi univoci ma con sfaccettature diverse?

E qual'è il suo segreto? Siamo qui per scoprirlo, siamo qui seduti per farci ispirare da tutta questa genialità che sembra vibrare nell'aria.
Come spesso capita, ogni persona recepisce in modo diverso i messaggi e torna a casa con qualcosa in più che può differire anche da colui che le siede a fianco.
Personalmente ho capito che il fanciullino "carduccesco" è ancora vivo in John Lasseter, se no come potrebbe creare un robot dall'animo di Wall-e o un mondo incredibile come quello di Monsters inc., una fashion designer di carattere come Edna Mode degli Incredibili o ancora uno spirito così cool come quello di Crush in "Finding Nemo"?
Lasseter non possiede un'immagine di un grande imprenditore, così come lo intendiamo noi, e neanche del geek patito di computer, è un uomo semplice ma di vitalità contagiosa che ha voglia dì condividere con gli altri i suoi sogni non tanto per fare business ma per esprimersi ed essere felice.
Trasmette un assoluto e lucido ottimismo, stato d'animo che è stato un po' storpiato negli ultimi anni.
Il bicchiere è mezzo pieno dunque per John Lasseter. Facile, penserete voi, la Pixar ormai è leader indiscusso. Ma ascoltando le sue parole ci si rende conto che lo è sempre stato sin dagli esordi l'ha spiegato in un esempio chiaro:
Per il corto Luxo Jr. non era possibile inserire un background. Inizialmente questa è apparsa una limitazione notevole, poi John ha saputo girarla a suo favore e ha pensato "Meglio così! Ci si concentrerà di più sui personaggi principali!"
Ed ecco il segreto: imparare a vedere le nostre difficoltà e limitazioni come un'opportunità e non un fastidio.
E ho pensato ad un esempio nella mia vita quotidiana:
Ora è da quasi due mesi che cammino con le stampelle, che noia e quante limitazioni! Ma devo ammettere che le persone sono molto più gentili nei miei confronti e poi… ho saltato anche la coda ieri sera!
Visto?! E' semplice!
Cerchiamo ora ad applicarlo anche alle questioni meno banali della nostra vita, secondo me funziona! Proviamo?





« L'arte sfida la tecnologia e la tecnologia ispira l'arte »

(John Lasseter)

sabato 12 novembre 2011

Lo SJ che è in noi

Fin da prima della sua dipartita, Steve Jobs era già un mito, un esempio almeno per i giovani ( e non) che come me vogliono riuscire ad ottenere delle soddisfazioni professionali nella vita. L'altro giorno mi sono imbattuta nei 7 punti di Carmine Gallo per scatenare lo "Steve Jobs" che sta in noi.
Quello che mi ha colpito di più è stato il numero 4:
Dì di no a 1.000 cose.
Jobs era orgoglioso di quello che Apple ha scelto di non fare quanto lo era di ciò che Apple ha fatto. Al suo ritorno in Apple nel 1997, ha ripreso una società con 350 prodotti e li ha ridotti a 10 prodotti in un periodo di due anni. Perché? In modo da poter dare “10″ ad ogni prodotto. Tu a cosa stai dicendo di “no”?
"Accidenti!" - Ho pensato- "è proprio quello che io non riesco a fare". Tra lavoro, università, corsi di tedesco, corsi di chitarra, scrittura, letture e disegno sto perdendo la bussola e il rischio è quello di subire ogni cosa senza riuscire ad applicarsi profondamente, non ottenendo nulla.
Così sono uscita di casa, ho passeggiato nel silenzio per un po' e rientrata mi sono decisa a fare una semplice lista delle attività e dei risultati che vorrei ottenere, confrontandoli anche con la fattibilità del momento. In effetti c'è bisogno d'ordine! Così mi sono creata un elenco delle priorità che, spero, mi aiuterà a fare chiarezza dentro di me e a portarmi a conseguire gradualmente i traguardi che mi sono autoimposta.
Chiacchierando con degli amici che hanno il mio stesso problema mi sono accorta che questa situazione è comune e si ripropone regolarmente a quelle persone che hanno svariati interessi. Ma allora essere così multi sfaccettati è un bene o un male?