venerdì 10 febbraio 2012

La stupidità rende felici?



Quando ero piccola qualcuno mi ha detto che gli stupidi sono più felici.
Ai tempi questa cosa non l'avevo capita del tutto, per me "essere uno stupido" equivaleva ad un insulto e se m'insulti come faccio ad essere felice?

Con gli anni questa frase è ritornata parecchie volte, crescendo ho capito il concetto e lì per lì l'ho anche condiviso.

Frequentando le lezioni di pilates, interessandomi alla recitazione e leggendo dei libri di psicologia ho iniziato ad apprezzare la consapevolezza: quella del proprio corpo, dei muscoli e delle ossa attivati in ogni esercizio, quella dei gesti, della voce, delle parole e infine quella delle emozioni.
In effetti con la pratica di queste discipline ci si rende conto di quanto si è scoordinati, storti, legati, striduli, nasali e emotivamente bloccati.
E' un lavoro sicuramente doloroso, difficile e probabilmente infinito quello dello sviluppo della piena consapevolezza di sé, ma ora è diventato uno degli obiettivi della mia vita.
Ora capisco che la stupidità di quegli uomini che dovevano essere i più felici, è in realtà l'inconsapevolezza e che quello che il modo di dire significa è che "è meglio vivere nell'inconsapevolezza che nella consapevolezza a metà".
Ovvero: piuttosto che conoscere il proprio problema e non cercare di risolverlo, è meglio non riconoscerlo neanche. 
E io aggiungo: è meglio darci dentro mettendoci "lacrime e sangue" (che di questi tempi fa tendenza) e raggiungere una piena consapevolezza di quello che si è, si può diventare e soprattutto dei propri limiti.

Io ci sto lavorando e voi che ne pensate?

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