sabato 11 febbraio 2012

Influenziamo il nostro destino

http://www.tio.ch/Ticino/Societa/News/668780/Le-previsioni-del-tempo-Con-un-bel-sorriso-vengono-meglio

Forza ragazzi! Questo tempo è nostro :D

venerdì 10 febbraio 2012

La stupidità rende felici?



Quando ero piccola qualcuno mi ha detto che gli stupidi sono più felici.
Ai tempi questa cosa non l'avevo capita del tutto, per me "essere uno stupido" equivaleva ad un insulto e se m'insulti come faccio ad essere felice?

Con gli anni questa frase è ritornata parecchie volte, crescendo ho capito il concetto e lì per lì l'ho anche condiviso.

Frequentando le lezioni di pilates, interessandomi alla recitazione e leggendo dei libri di psicologia ho iniziato ad apprezzare la consapevolezza: quella del proprio corpo, dei muscoli e delle ossa attivati in ogni esercizio, quella dei gesti, della voce, delle parole e infine quella delle emozioni.
In effetti con la pratica di queste discipline ci si rende conto di quanto si è scoordinati, storti, legati, striduli, nasali e emotivamente bloccati.
E' un lavoro sicuramente doloroso, difficile e probabilmente infinito quello dello sviluppo della piena consapevolezza di sé, ma ora è diventato uno degli obiettivi della mia vita.
Ora capisco che la stupidità di quegli uomini che dovevano essere i più felici, è in realtà l'inconsapevolezza e che quello che il modo di dire significa è che "è meglio vivere nell'inconsapevolezza che nella consapevolezza a metà".
Ovvero: piuttosto che conoscere il proprio problema e non cercare di risolverlo, è meglio non riconoscerlo neanche. 
E io aggiungo: è meglio darci dentro mettendoci "lacrime e sangue" (che di questi tempi fa tendenza) e raggiungere una piena consapevolezza di quello che si è, si può diventare e soprattutto dei propri limiti.

Io ci sto lavorando e voi che ne pensate?

sabato 21 gennaio 2012

Autodefinizione




Un'intervista… Geniale, non vedo l'ora! 
Si ma se la prima domanda è: "descriviti" la risposta non può che essere "in che senso?". 
Quello che penso è che ognuno di noi è multisfaccettato, a seconda delle prospettive possiamo apparire in un modo piuttosto che in un altro e forse la prospettiva più difficile da cui partire è proprio quella che dall'interno guarda all'esterno.
Sicuramente il sapersi decentrare e guardarsi dall'esterno è una virtù ma è altrettanto certo che questa qualità non mi appartiene. Che dire, ci lavorerò su! La vita è una scuola no? E allora prendiamo carta e penna e mettiamoci al lavoro.
Da cosa si comincia? Ah sì da quello che possono vedere tutti, dall'esteriore ma anche per questo ci vuole oggettività. 
E allora pronti via, ma dopo poco mi vengono in mente le lezioni di italiano e finisco in un turbinio pirandelliano: uno nessuno o centomila? 
Una consolazione c'è: almeno il mio naso non è storto come quello del povero Vitangelo Moscarda.

E voi come siete messi?

domenica 15 gennaio 2012

tennis o pallavolo?


Mettiamola così, oggi se ti piace lavorare e, soprattutto, se aspiri a fare il lavoro che ti piace, devi darti da fare e superare i limiti delle tue possibilità ogni volta che ti metti in gioco.
Se ami le sfide, il divertimento è assicurato!
Prima di mettersi all'opera però c'è un ulteriore elemento da considerare… parti in solitaria o in compagnia?

Da ex tennista non posso negare che le attività individuali abbiano il loro fascino: no stress, gestione e organizzazione del tempo e delle risorse, con pause e ritmi serrati, secondo le proprie esigenze e preferenze.
Non c'è bisogno di negoziare né di discutere con nessuno e quando alzi la coppa, la soddisfazione è totale.
Ma, pensandoci bene, alla fine dell'opera con chi si può veramente condividere il successo? A chi si dà la pacca sulla spalla? Con chi si può scambiare uno sguardo d'intesa che esprime quel:  "… E anche stavolta nonostante tutti gli imprevisti, i problemi e i casini ce l'abbiamo fatta!"?

Se torno alla mia infanzia, ricordo i tre bellissimi anni della squadra di pallavolo: ci si scambiava consigli, si studiavano delle piccole tattiche e soprattutto se non si era in campo si sostenevano i compagni con i cori e la tifoseria.
Ecco, settimana scorsa mi è sembrato di tornare indietro di (aiuto!!!) 18 anni.
Il vecchio pulmino questa volta era un treno e al posto dei miei amichetti dei tempi c'era una squadra del tutto nuova che, grazie al suo capitano, ha saputo accogliermi come una di loro.
E allora siamo partiti… ciak, si gira!
Nei lavori di gruppo le energie richieste sono per certi versi maggiori, bisogna sviluppare una certa diplomazia, una buona dose di pazienza e una comprensione vicendevole. Le esigenze di uno diventano inevitabilmente quelle del gruppo e gli sbagli del singolo diventano errori da risolvere con collaborazione e con nervi saldi.
Si divide tutto, dall'ultima fetta di torta del pranzo, all'unica penna rimasta che ha ancora l'inchiostro, dalle emozioni, passando per i  guanti, indispensabili per resistere ad una mattinata ventosa in riva al lago, ai cosiddetti scazzi.

Ehi ma vogliamo parlare di tutto ciò che ti resta dopo un'esperienza del genere?
Ogni volta che si chiude un lavoro del genere mi rendo conto della bellezza del creare legami e dell'imparare a fidarsi delle persone, perché se la vita non è questo, allora che cos'è?
Naturalmente sotto il profilo professionale non bisogna dimenticare quanto si può migliorare: c'è sempre qualcosa da imparare, capisci l’importanza dei lavori che solitamente restano un po’ nell’ombra e di quei piccoli (ma innumerevoli) dettagli che, completata l'opera, fanno la differenza. (Grazie Luca!)
… E se tutto va bene ti fai anche un po' di cultura musicale e scopri che i Joy Division sono davvero fichissimi! (Grazie di nuovo Luca!)
E poi quando la missione è compiuta il piacere della condivisione è totale: non ci si chiede più di chi era l'idea o chi ha sbagliato di più, quelle pacche sulle spalle e quei famosi sguardi parlano da soli e riempiono il cuore.
In fondo il lavoro di squadra è meglio di una moltiplicazione: ognuno mette il massimo e riceve in cambio una cifra di soddisfazione innumerevolmente superiore.

E voi? Vi sentite più tennisti o pallavolisti?

domenica 8 gennaio 2012

Un mondo su un binario

Adoro viaggiare in treno
- innanzitutto ti fa sentire una persona migliore perché sai che stai inquinando meno.
- Ti aiuta nelle pulizie di casa smaltendo la pila di riviste e articoli di giornale ammucchiati da settimane sul tavolo che sistematicamente ti riprometti di leggere prima o poi...
- Ti permette di assistere a dibattiti a cui mai avresti pensato e voluto prendere parte: quale metodo di fissaggio di dentiere è il più adeguato, resistente e conveniente… Wow sono mondi che si aprono!
- Ti fa sentire più giovane quando scopri che nonostante il tempo che passa, i bambini continuano a chiamare il treno il "ciuf ciuf"
-  Arrivi nel centro città di destinazione risparmiando la noia di cercare parcheggio e di pagare minimo 10 franchi per un solo pomeriggio di transito.
- Sviluppa le tue capacità di stare al mondo mettendoti alla prova e insegnandoti a sopportare un vicino di posto logorroico e corpulento che approfitta del viaggio per  chiamare tutto il parentado senza farsi mancare il confort di togliere le scarpe emanando "essenze" difficilmente replicabili e introvabili nei migliori negozi di deodoranti per ambienti. (fortunatamente la sua permanenza è durata il tempo di "fare uno squillo" alla zia e al fratello!)
- Ti dà il tempo di fare tutto ciò che la vita da autista (responsabile) di automobile non ti permette (mandare messaggi, ammirare il panorama, dormire, pensare e guardare tutte le puntate della tua serie tv preferita)

E allora
Viva la mobilità sostenibile
Viva la FFS e i suoi treni! Ciuf ciuf!!

lunedì 2 gennaio 2012

Il paradiso dietro l'angolo



Se è inverno, vuoi andare in vacanza e hai solo 3 giorni di tempo ma in Engadina c'è appena stato il terremoto ( grado 3,1 della scala Richter…. aiuto è la profezia Maya!!! Mi ha gridato la mia amica al telefono) e in Vallese non è previsto un raggio di sole neanche per sbaglio, che fai?
Mi sono scervellata per una sera intera, combattuta perché dopo 6 mesi di impegni lavorativi e accademici NECESSITO di un po' di pausa intellettuale, tra mille suggestioni da parte del parentado e degli amici, alla fine ecco la soluzione!

Hey ragazzi, ho pensato, vengono da tutta la Svizzera ( e anche da altri Paesi) a vedere il nostro bel TIcino e io non posso fermarmi proprio qui in vacanza?
Magari ad alcuni può risultare banale o ovvio ma io non ho mai pensato che in fondo non bisogna andare lontano per forza per staccare. 
La vacanza, come diceva un mio amico, è uno stato d'animo e allora se ci aiutiamo con un albergo con ogni confort, una fantastica spa e una gita fuori stagione bevendo una tazza di tè al Monte Verità, il gioco è fatto!

Dunque, riassumendo, la morale della favola è che in quest'inizio d'anno 2012 oltre ad aver imparato che è meglio prendere qualche chilo mangiando dei raffinati macarons francesi o delle ottime tartine al foie gras, piuttosto che ingurgitare il solito pandoro confezionato o i cioccolatini a forma di babbo natale, il paradiso può essere anche a 40 minuti di macchina dalla tua quotidianità!
E voi cosa avete imparato in questi primi giorni di quello che (la mia amica mi ricorda) è l'ultimo anno di vita della Terra secondo i Maya?